L'Alchimia Oggi - Disciplina Esoterica
Cos'è Alchimia - definizione
L’Alchìmia è una parola tardo medievale che deriva dall’arabo al-kīmiyā’ (come fa intuire il prefisso al- comune ad altre parole di origine araba come almanacco, algebra, alambicco, albiccocca) e che significa (arte della) pietra filosofale. La radice proviene a sua volta dal siriaco kīmiyā, nome di uno degli elementi reagenti nella trasformazione dei metalli. L’Alchimia oggi come in passato, è una disciplina esoterica che richiede un’iniziazione per accedere alle sue conoscenze.
Nella sua accezione più comunemente nota, l’alchimia è l’arte della trasmutazione che consiste nel
convertire i metalli vili in metalli preziosi quali argento e oro. La trasmutazione dei metalli è
associata alla ricerca della Pietra filosofale e l’insieme di queste operazioni è chiamato Grande Opera.
La ricerca della trasformazione del piombo in oro è per gli alchimisti una ricerca interiore che,
attraverso la Pietra filosofale, è destinata a scoprire la natura interna dell’uomo e con questa
conoscenza a raggiungere la perfezione.
Materia e spirito si intrecciano. Realizzare la Pietra è una ricerca sia fisica sia spirituale, gli iniziati
alla disciplina alchemica aspirano a trovare la vita eterna e con essa la vera essenza dell’uomo.
L’arte alchemica è quindi una disciplina esoterica che presenta due polarità: da un lato ricerche
tecniche, dall’altro l’indagine filosofica. La prima polarità si avvicina ad una scienza che comprende
chimica, metallurgia, astrologia e medicina; la seconda invece riguarda una ricerca mistica impossibile
da comprendere per i non iniziati.
Alchimia - quando nasce
L’Alchimia prende forma in Egitto intorno al I secolo d. C. e proprio in Egitto si trovano anche le
prime tracce di testi alchemici. Fonti narrano l’ira di Diocleziano (circa 290 d.C.) che punisce gli egizi ribellatisi a Roma bruciando tutti i libri che gli antenati avevano scritto sulla chimica.
I primi alchimisti di cui sono noti i testi, sono i greco-egiziani del III e del IV secolo.
All’origine di questi libri vi sarebbe un testo sacro, Chemeu, di cui parlò Zosimo di Panopoli, uno dei primi
alchimisti greco-egiziani. Tra questi testi è possibile fare riferimento anche alla Tavola di Smeraldo
(in latino tabula smaragdina) di Ermete Trismegisto, versione greca di Thot dio egizio della
conoscenza, in cui Ermete “il tre volte grande” avrebbe indicato i segreti del cosmo e della vita.
I testi originari ancora conservati comprendono il nucleo essenziale della scienza alchemica e le allegorie
dei simboli alchemici trasmessi poi da Arabi e Bizantini.
L’Alchimia fa il suo esordio in Occidente nel XII secolo d.C. e conosce il suo periodo classico
nel XIII sec. d.C. quando vengono realizzati i testi latini che saranno i successivi punti di riferimento
per la conoscenza della disciplina alchemica. Alla fine del Medioevo, pur attraverso alterne vicende,
l’alchimia è definitivamente accolta nel complesso delle discipline scientifiche ufficiali. Nel XVI secolo d.C., grazie anche al parallelo diffondersi della filosofia ermetica negli ambienti umanistici, questa dottrina esoterica conosce uno sviluppo straordinario. Ciò ha portato – come spiega Van Lennep nel saggio Storia dell’arte alchemica - nel secolo successivo alla formazione della setta dei Rosacroce, nel momento in cui, grazie alla tecnica dell’incisione, l’iconografia stava conoscendo una ricchezza eccezionale.
Il declino di questa disciplina inizia nel XVIII secolo, quando le teorie degli alchimisti iniziano a
scontrarsi con la filosofia positivista, la nascita del metodo scientifico e l’avanzata della chimica moderna.
In questo rapido excursus, lungi dall’essere esaustivo, diremo che fino al XVIII secolo, in Europa era considerata una scienza razionale: Isaac Newton l’ha studiata, seppur in modo celato. Altri alchimisti
famosi sono Fulcanelli, Eugène Canseliet (che del grande Fulcanelli fu discepolo), Ruggero Bacone,
il pittore Parmigianino, il filosofo Thomas Browne e, non ultimo, anche San Tommaso d'Aquino. (Per approfondimenti su quest’ultimo si veda Trattato su La Pietra Filosofale e L’Arte dell’Alchimia).
Il Processo alchemico e le tre fasi
La Grande Opera per ottenere la Pietra filosofale si compone di sette procedimenti suddivisi insuccessive fasi. Le fasi alchemiche basilari della trasformazione del metallo erano inizialmente quattro.
Poi la fase di Citrinitas/ingiallimento è stata fusa con la Rubedo. Per gli alchimisti è fondamentale la conoscenza dei simboli e la capacità di interpretarli, ogni fase viene quindi accompagnata dai simboli alchemici comprensibili solo all’iniziato:
- Nigredo – opera al nero (simboleggiata da corvo e teschio) in cui la materia subisce il processo di putrefazione, rappresenta il corpo fisico dell’alchimista
- Albedo – opera al bianco (simboleggiata da un cigno) in cui la sostanza si purifica dalle impurità, viene sublimata e distillata, rappresenta l’anima dell’alchimista
- Rubedo – opera al rosso (simboleggiata dalla Fenice) in cui per sublimazione, grazie all’effetto del fuoco, si fissa nel metallo prezioso realizza la conversione dei metalli vili in oro. E’ la rappresentazione dello spirito dell’alchimista
Gli alchimisti oggi - la riscoperta dell'esoterismo alchemico
Questa disciplina esoterica ha subito un inevitabile declino con l’affermarsi della chimica e del
metodo scientifico. La trasmutazione della materia è diventata infatti oggetto di studi basato sul
materialismo razionale. La sua storia ha comunque impregnato la cultura occidentale lasciando
tracce nell’arte, nelle società esoteriche e ricollegandosi a svariate discipline tra cui anche l’astrologia,
la filosofia, la metallurgia.
Chi pensa che questa pratica sia da relegare nel passato si sbaglia. Ancora oggi l’alchimista e la sua ricerca fanno parte di un immaginario affascinante. E’ cambiato il contesto e la pratica esoterica si è adeguata ai cambiamenti come spiega l’alchimista francese Patrick Burensteinas nel suo saggio Un alchimista racconta.
Un pensatore, intellettuale, filosofo e psicanalista del XIX secolo ci ha dimostrato la grande importanza
di questo complesso di conoscenze e dottrine esoteriche per la nascita della chimica, ma anche per la
storia dello spirito umano. Sotto un profilo unicamente psicologico, infatti, essa deve essere vista come
una corrente sotterranea del Cristianesimo, con cui ha uno stretto legame simile al rapporto che sussiste
tra sogno e coscienza. Come il primo compensa i conflitti della seconda, così l’alchimia colma le lacune
della religione cattolica: il suo nome è Carl Gustav Jung. (Per approfondire si veda Jung e l’immaginario alchemico di Jeffrey Raff).
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