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Trattato su la pietra filosofale e l'arte dell'alchimia

€ 13,50€ 12,83
Categorie: Edizioni Arkeios, Religioni, Filosofia e Tradizionalismo
Collana: Edizioni Arkeios - La Via dei SimboliEdizioni Arkeios - La Via dei Simboli

San Tommaso d'Aquino

(1225-1274) Domenicano, sacerdote dell'Ordine dei Predicatori e dottore della Chiesa, formatosi nel monastero di Montecassino e nelle grandi scuole del tempo, divenuto maestro negli studi di Parigi, Orvieto, Roma, Viterbo e Napoli, impresse al suo insegnamento un orientamento originale e sapientemente innovatore. Affidò a molti scritti impegnati e specialmente alla celebre Summa la sistemazione geniale della dottrina filosofica e teologica raccolta dalla tradizione. Ha esercitato un influsso determinante sull'indirizzo del pensiero filosofico e della ricerca teologica nelle scuole dei secoli seguenti.

2001
114
17x24
9788864830032
ALCHIMIA
La Via dei Simboli
Cristianesimo, Ermetismo, Simbolismo

Riproduzione anastatica del testo originale a fronte
Opera rara e di grande pregio, questo libro raccoglie due trattati del celebre dottore della Chiesa, che si trovavano riuniti nel terzo volume del Theatrum Chemicum sotto il titolo generale di Secreta Alchimiae. Sono stati tradotti dal latino da Grillot de Givry e corredati da note inedite del celebre alchimista francese. Già durante gli ultimi anni del suo insegnamento e dopo la sua morte, il complesso delle dottrine filosofiche e teologiche di san Tommaso d’Aquino, chiamato “tomismo”, suscitò aspre e violente polemiche, poiché le tesi aristoteliche in esso contenute erano, all’epoca, giudicate pericolose per il dogma. Nel XVII secolo, poi, fu nuovamente al centro delle critiche per queste due sue opere sull’alchimia, da alcuni studiosi addirittura dichiarate non autentiche.
Come poteva – dicevano – un santo, un genio prestar fede all’alchimia che molti consideravano “opera del demonio” o quanto meno una fantasticheria? È certo, invece, che San Tommaso conobbe l’alchimia, non soltanto perché fu discepolo di Alberto Magno, ma anche perché nel XIII secolo era una delle scienze più esatte – studiata come l’aritmetica, la cosmologia, la fisica e la musica – era la “chimica” dell’epoca e faceva parte del patrimonio scientifico di ogni uomo veramente erudito. E Tommaso non la condannava affatto ma insegnava che essa, lungi dal poter trasmutare la materia, cambiarne la natura intima, fabbricando, per esempio, l’oro, poteva però modificarne i cosiddetti “accidenti”, le specie.

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