Scopri il significato pagano della Candelora
La Ruota dell'Anno - Candelora Significato Pagano
Cos’è la Candelora ce lo spiega la festa celtica di Imbolc, una delle festività della Ruota dell'anno pagana che scandiva il ciclo delle stagioni in epoca precristiana
Della Candelora il significato pagano va rintracciato nell’antica festa celtica di Imbolc,
celebrata il 1 febbraio, tre mesi dopo il Samhain.
È una festività relativamente recente (se ne hanno tracce solo dal VI secolo) che
si celebra il 2 febbraio e, esattamente come Imbolc, segna il periodo centrale dell’inverno.
Dalle sue radici pagane Candelora prende anche il ruolo di festa della purificazione,
che mantiene ancora oggi.
Allo stesso tempo esalta il fuoco come elemento che scalda dal freddo dell’inverno e
riavvicina ai mesi fertili dei raccolti: il freddo resiste e talvolta torna a ondate più intense
(come nei giorni della merla) però la notte cede il passo al giorno, che ricomincia ad allungarsi.
Candelora significato - Cosa vuol dire Candelora
La parola Candelora ha radici nel tardo latino, festum candelarum, festa della candele.
È stato Papa Gelasio I ad introdurla per celebrare la purificazione della vergine Maria e la
presentazione di Gesù al Tempio quaranta giorni dopo la nascita. La cristianità, attraverso
l’accensione delle candele benedette, convertiva così i roghi pagani degli antichi celti e le fiaccole
latine consacrate alla divinità Februa.
Anche in questo senso la candelora si inserisce, esattamente come indicano le sue radici pagane,
nelle feste del fuoco, come Beltane e Samain.
È un fuoco rituale che l’umanità nel tempo ha usato per propiziare la fine dell’inverno:
così come il fuoco scalda l’uomo il Sole tornerà a scaldare la terra.
Questo infatti, nei tempi antichi, era probabilmente considerato il periodo più faticoso dell’inverno
poichè le provviste accumulate iniziavano a scarseggiare e le popolazioni erano molto attente a
notare i primi segnali dell’arrivo della primavera.
Le radici pagane della Candelora: Imbolc
Imbolc è la seconda delle quattro feste del fuoco della ruota solare pagana che scandisce il naturale
ciclo delle stagioni.
È la festa celtica della Luce Crescente, simbolo dei nuovi inizi, celebrata sotto il patrocinio
di Brìde Brigit, dea del triplice fuoco e dell’ispirazione creatrice, protettrice dei fabbri,
degli artisti e dei guaritori.
La derivazione etimologica di Imbolc è ampia ma tutti i significati indicano il ritorno
della luce e della vita. Infatti, sia come festa della pioggia, o nei termini che significano
nel grembo, o nell’accezione più specifica di allattamento degli agnelli, tutto riconduce
a un nuovo inizio rispetto al freddo di gennaio.
Anche il riferimento all’acqua che cade dal cielo, la pioggia, si può leggere come
l’avvicinamento della primavera – o come purificazione propiziatoria dei futuri raccolti.
Il fiore simbolo di Imbolc è il bucaneve.
Il candore di questa pianta ricorda sia il latte che sfama gli agnelli sia la purezza di Brìde.
Il bucaneve è poi entrato nell’iconografia cristiana ed è stato associato alla Candelora
in quanto festa della Purificazione di Maria.
Rituali Imbolc
Il giorno precedente la festa di Imbolc, in molte zone della Scozia le donne realizzavano
un’immagine della dea con fasci di spighe e paglia.
Questa veniva poi vestita con abiti candidi e depositata in una cesta detta il letto di Brìde.
Al fianco della cesta era adagiato un bastone di betulla - la verga di Brìde – rappresentazione
di Cerumnos, il Dio cervo che in primavera recupera il palco di corna caduto in Autunno.
Le donne accendevano candele e torce intorno alla cesta lasciando ardere
il fuoco tutta la notte.
Ancora oggi in Irlanda le candele vengono accese e lasciate brillare alle finestre
fino al giorno successivo.
Da Bride a Santa Brigida
Nella cristianità il posto della dea Brìde è stato preso da Santa Brigida, tra le
più amate dai celtici. I suoi voti vengono fatti risalire direttamente a San Patrizio
tramite il nipote San Mel, vescovo di Ardagh.
Le azioni della santa ricalcano i miracoli fatti da Gesù, come quello della moltiplicazione
della birra che da un solo barile spillò in quantità tale da soddisfare diciotto chiese dal
giovedì santo fino al termine della Pasqua.
La vicinanza della santa con la dea si riflette anche nell’etimologia del nome:
Brìde/Brigida può significare colei che si eleva, ma anche forza, potere, vigore e “alto”.
Più probabile però che il nome Brìde provenga dalla parola breo che significa fuoco o ardente.
La Tradizione cristiana di Santa Brigida
Santa Brigida, vissuta tra il V e il VI secolo, è diventata la seconda patrona d’Irlanda
e a lei è dedicato il monastero di Kildare (dal gaelico Cell Dara “santuario delle querce”,
bosco sacro dei druidi) sorto su una collina che era stato luogo dei fuochi di Imbolc.
Le cronache del chierico gallese Giraldus Cambrensis riportano che in onore di Brigida,
tra il XII e il XIII secolo, era tenuto vivo un fuoco custodito da diciannove monache nella
sala centrale del monastero.
A turni quotidiani per venti giorni, le monache sovrintendevano affinché il fuoco
non si spegnesse mai.
Questa tradizione rimanda alle usanze romane delle sacerdotesse di Vesta,
e anche quello di un ordine femminile di druidi detto le Galliceniae.
Anche la croce, simbolo per eccellenza di Santa Brigida, rimanda alle usanze precristiane di Brìde.
La croce è infatti un talismano molto diffuso che ha la forma di una ruota solare
realizzata con rami intrecciati e spighe, gli stessi che allestivano il simulacro di Brìde
sul quale si praticava la veglia.
Ripercorrendo della Candelora il significato pagano, il tema dominante della
purificazione presente in Imbolc e nella dea Brìde è stato trasportato nella festività cristiana e,
dall’anno Mille circa, viene introdotta anche la benedizione delle candele destinate agli altari.
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