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Il Karma che cos'è e come funziona

Seguito, cercato, a volte temuto. Il karma entra sempre più spesso nei nostri discorsi in qualità di legge della causa e degli effetti, ma il significato del termine, dal sanscrito karman, azione, e la sua essenza, rinvenibile nel ciclo di morte e reincarnazione proprio delle filosofie orientali, rischiano di annullarsi nella trama delle semplificazioni.

È possibile comprendere cos'è il karma e come funziona per vivere meglio la vita attuale e quelle future?


Ne parliamo con Alberto Valentini, autore del libro Vivi la vita con karma:

- Comprendere il karma significa accettare di essere i principali responsabili di quanto ci accadrà?
Ovunque si ricerchi e soprattutto in rete, il karma viene definito come la legge causa-effetto.
Ogni azione produce una reazione è il principio base della legge del karma, per il quale si determinano le modalità delle future reincarnazioni.
Ho sottolineato nel saggio, come la «reazione» dell’uomo di fronte a una causa da lui stesso preordinata, sia un evento unico e personalissimo. Ma tra la causa, il «tempo di reazione» e gli effetti che si scateneranno, potrebbe passare anche molto tempo, addirittura il tempo si potrebbe protrarre in altre vite se non si creeranno le occasioni spirituali propizie. Quindi, sicuramente sì! comprendere il karma personale ci metterà in condizione di poter accettare in modo diverso e poi capire, tutto quello che la vita ci riserverà. Proprio perché, siamo stati noi a tracciare il nostro percorso di vita. La comprensione del karma genererà un cambio di paradigma radicale su come siamo inseriti nel mondo. Quello che va sottolineato è che il karma è «la legge spirituale delle cause».
Non è assolutamente detto che le manchevolezze, gli errori effettuati in questa vita, saranno pareggiati o colmati nella nostra successiva esistenza. Per necessità varie potrebbero spostarsi verso vite successive. In ogni caso noi abbiamo l’opportunità di riparare l’errore anche in questa vita e, per poterlo fare, dobbiamo conoscere, crescere ed essere migliori.

- Come distinguere il destino dal karma?
Nella formazione del karma personale concorrono molteplici fattori, non tutti facilmente spiegabili. Il destino rappresenta qualcosa d’inimmaginabile e imponderabile per la mente umana, ed è elemento da cui non ci si può sottrarre. Diversamente, il karma è la propria vita di cui si può disporre liberamente, attraverso il libero arbitrio. Nel segno della massima libertà umana, il karma è quindi, autogestione e non sottomissione al destino o al disegno divino (la sofferenza personale interiore che accade solo dopo eventi critici o drammatici proprio perché ancora non abbiamo la coscienza di aver disegnato quello specifico percorso – sofferenza inclusa - per progredire). Il karma di un uomo è personale e irripetibile e ognuno di noi è un essere spirituale che incarna attualmente il frutto della sua/e esistenza/e precedente/i. Il karma non impone nulla che non sia già stato deciso dall’anima che si reincarna. Il caso non esiste … esiste invece una legge generale (salvo le dovute eccezioni) che determina la successione delle vite. Siamo noi che stabiliamo, in base alle necessità interiori, il percorso e le esperienze da fare, al fine di completare il nostro percorso evolutivo.

- I malesseri di oggi hanno origine dalle vite precedenti?
Per quanto riguarda la comprensione delle cause dei nostri malesseri fisici odierni, dobbiamo andare a ritroso nel tempo e comprendere nel caso specifico, che tipo di lezione c’è d’apprendere dietro una qualsiasi predisposizione patologica fisica o psicologica. La regressione karmica ha restituito ottimi risultati. L’essere costituisce se stesso già nei mondi spirituali ed è quasi impossibile rispondere a un quesito del genere, proprio perché l’indagine karmica è, e sarà, squisitamente personale. Negli scritti di Rudolf Steiner è possibile trovare una vasta casistica, ma non esaustiva. Per meglio comprendere i nessi karmici possiamo ricorrere ad alcuni esempi fatti proprio dallo stesso Steiner: ad esempio se in questa vita saremo molto egoisti, mirando al denaro e alla sola realizzazione di noi stessi, disinteressandoci del prossimo, nella vita futura si avrà la predisposizione a possibili malattie infettive. Ecco perché ognuno di noi dovrebbe cercare di compenetrare il karma, proprio perché i malesseri di oggi hanno origine dalle vite precedenti.

- Se l’esistenza attuale è la conseguenza della vita precedente, allora è necessario cambiare anche l’approccio alla vita presente. Il materialismo della società in cui viviamo quanto ci ostacola nel nostro cammino interiore?
L’esistenza attuale è il risultato della precedente vita, ma soprattutto è la somma delle esperienze fatte nelle vite precedenti. Orientare il nostro percorso di vita, verso aspetti spirituali, seguire un insegnamento spirituale e sviluppare una moralità ferrea, contrasterà sicuramente gli influssi materialistici che impediscono sia la nostra comprensione interiore, sia l’eventuale crescita spirituale. Solo attraverso una propria iniziativa interiore si potrà migliorare, evolversi e comprendere semplicemente la realtà, ponendo attenzione al soprasensibile, cercando di conformarvi la propria coscienza. Così, l’approccio alla presente vita, cambierà automaticamente.

- Cosa possiamo rispondere a chi chiede prove che il karma esiste?
Sull’argomento karma e vite precedenti, molti autori si sono espressi e hanno esposto i loro convincimenti. Le prove delle reminiscenze karmiche sono molto difficili, proprio perché gli eventi si disperdono nel tempo molto all’indietro. Si deve tener presente che, come afferma Steiner, si torna mediamente sulla terra dopo un centinaio di anni e quindi, è molto difficile trovare tracce e testimonianze della precedente vita. Sul tema del tempo che dovrebbe trascorrere tra una reincarnazione e un’altra, dovrebbe fare eccezione la casistica di quelle persone decedute per morte violenta. Spesso i bambini hanno ricordi di vita precedente come ad esempio il celebre caso del bambino americano James Leininger (nato il 10 aprile 1998), che era convinto di essere il pilota James M. Huston, Jr. Su questo caso specifico c’è un’ampia letteratura. Altra cosa importante per tutti i ricercatori è la constatazione che i ricordi della vita precedente, così forti nell’infanzia, tendono a smorzarsi con la crescita adolescenziale.

- Esistono delle evidenze scientifiche che possano ricollegarsi alla preesistenza dell’anima o all’esistenza della coscienza?
Sotto il profilo più scientifico, sono stati fatti molti tentativi di capire il karma della singola persona, attraverso la regressione karmica sotto ipnosi. Oggi, anche dal punto di vista scientifico, dopo gli studi pionieristici (metà degli anni 70’) di Raymond Moody Jr. e di Elisabeth Kübler-Ross, le cose lentamente stanno cambiando. In merito alle NDE c’è una testimonianza scientifica alla quale tengo molto che è quella del prof. Enrico Facco (Università degli Studi di Padova che ha pubblicato nel 2014 un saggio dal titolo “Esperienze di premorte. Scienza e coscienza ai confini tra fisica e metafisica”), che documenta una ventina di casi di NDE.

- È possibile essere parte attiva del nostro karma?
Per gran parte di noi, il vivere è calarsi in un ruolo individuale e abbracciamo o rifiutiamo tutte le esperienze che la vita stessa ci farà incontrare. Veniamo da un passato sconosciuto ai più, però procediamo ottimisti verso un futuro che è incognito come il passato da cui proveniamo. Nella nostra vita attuale abbiamo la possibilità di fare nuovi incontri, stringere nuovi legami, fare tutte le esperienze che vogliamo, ma sicuramente dovremo vivere tutte quelle esperienze che abbiamo programmato e che ci consentono di evolverci ulteriormente. Ci siamo dati degli appuntamenti fissi a cui non possiamo sottrarci… ma l’esito dipenderà solo da noi.

- Chi conserva almeno un po’ di memoria karmica inizia spontaneamente a modificare la propria vita, si tratta di consapevolezza o di altro?
Il discorso relativo alla memoria karmica è abbastanza complesso. La memoria karmica può insorgere a qualsiasi età o periodo di vita. Insorge improvvisa e la prima volta può essere devastante, proprio perché si porta all’evidenza un evento che nella gran parte dei casi è sconvolgente (ad esempio vedere la propria morte). Questa visione può durare anche giorni e può veramente obnubilare la mente. Quando tutto finisce, vale a dire, quando si diviene in grado di accettare l’evento e sublimarlo, si torna alla vita normale. Una vita quotidiana che cambierà, proprio perché si è acquisita la certezza che c’è una vita oltre la vita. È fuor di ogni dubbio che chi ha la fortuna di conservare memoria karmica, seppur parziale, non potrà mai vivere come i suoi simili. Potrei affermare che si appartiene agli individui «ri-nati». Da qui in avanti tutto sarà possibile.

- Quanto è importante l’esperienza del dolore per la nostra evoluzione?
Solo nel momento in cui siamo colpiti da un evento che ci sta modificando la vita e soprattutto un evento doloroso, «ripensiamo» o «rielaboriamo» il concetto di vita creato o immaginato fino a quel momento. Per la prima volta, prendiamo coscienza che il dolore farà parte della nostra vita. Quello che ci fa cambiare profondamente sono i dolori dell’anima e le sofferenze che pensiamo di non aver scelto. È necessario saper affrontare il dolore, lasciandosi permeare e trarne il senso. Siamo liberi di reagire in modi diversi, ma se vogliamo crescere, la sofferenza rappresenterà l’occasione giusta per trovare dentro di noi il nostro Io superiore, il nostro genio migliore, il nostro daimon. Dobbiamo capire la nostra personalissima «reazione» alla malattia o alla sofferenza. La «reazione» a ogni tipo di malattia o sofferenza è strettamente individuale e sta lì, a rappresentare, il nostro libero arbitrio. Dobbiamo essere molto attenti al messaggio che l’evento doloroso stesso (malattia, perdita di lavoro, scomparsa di persona cara, ecc.) vuole inviarci e poi trarre profitto da quell’insegnamento per poter progredire. Sarà necessario, prendere la sofferenza come una «provocazione» interiore che potrà offrirci la possibilità di volgere gli eventi in nostro favore, al fine di ridestare il nostro genio migliore. Credo che ognuno di noi debba scoprire che la sofferenza, una volta che ci ha raggiunto, esiga come reazione un mutamento radicale dentro di noi. Abbiamo la possibilità di comprendere il karma e anche modificarlo, però, bisogna riconoscerlo e farsi addomesticare dalla vita. Il dolore rappresenterà sempre un’occasione unica per evolverci.

 

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