Alcuni troveranno senza dubbio, nell’opera, esclusivamente speculazioni
dogmatiche e petizioni di principio, e non sarà possibile far comprendere loro
che la verità intrinseca è indipendente dalla dialettica.
Il razionalismo, invece, ammette come vero soltanto ciò che si prova, senza
considerare, da una parte che la verità è indipendente dalla nostra disposizione
ad ammetterla o no e, dall’altra, che una prova è sempre proporzionata a un
bisogno di causalità, cosicché vi sono verità che non possono essere dimostrate
a tutti.
L’errore del razionalismo non consiste nel dimostrare quanto la ragione può
perfettamente conseguire, ossia i fatti e le leggi della natura, ma nel voler
provare ciò di cui la ragione non può ottenere certezza alcuna con i propri
mezzi. La Verità, in proporzione alla elevatezza dei suoi aspetti considerati,
vuole essere «vista» e non semplicemente «pensata»; quando si tratta di verità
trascendenti, l’operazione mentale può avere soltanto due funzioni, che sono
piuttosto i modi positivo e negativo di una sola: contribuire all’assimilazione,
attraverso l’individuo, della visione intellettuale ed eliminare gli ostacoli
mentali che si oppongono a questa visione o, in altri termini, che velano
«l’Occhio del Cuore».
(dalla Prefazione dell’Autore)