Come parlare di Dio all’uomo di oggi? Come coinvolgere l’uomo contemporaneo in un discorso che si rivolgeva a uomini di altre epoche? Il problema non è la parola di Dio, bensì come tale parola viene presentata.
Il libro è un confronto fra il «mito», ossia la ricerca di Dio da parte dell’uomo, e il «mistero», ossia la rivelazione che Dio fa di se stesso all’uomo, allo scopo di stabilire un dialogo diretto Il problema religioso oggi non è tanto quello dell’ateismo, quanto della forma corretta dell’esperienza religiosa nell’uomo contemporaneo. Quest’ultimo non si sente affatto coinvolto da un discorso che si rivolgeva a uomini di altre epoche. Il problema è dunque sapere in quale modo si debba parlare di Dio, bensì come tale parola viene presentata. Il messaggio cristiano è per sua natura scandalo e follia. Non bisogna aggiungere a questo scandalo, che è insito nel messaggio stesso, lo scandalo di una presentazione difettosa. È a questo problema che vuole rispondere il libro. Ciò determina il genere letterario cui appartiene, che deriva dal Kerigma, ossia dalla presentazione della Parola allo scopo di suscitare la fede. Nato da un vero dialogo, esso ne conserva lo stile e la forma. I termini di “mito” e di “mistero” vengono trattati nella loro accezione comune per designare il primo la ricerca di Dio da parte dell’uomo. L’autore ha volontariamente lasciato da parte l’apparato tecnico presentato in altri libri, in particolare “Messaggio evangelico e cultura ellenistica”, per affrontare qui il fondamento dei problemi in un dialogo diretto.