Jean-Baptiste Aymard, nella sua biografia di Frithjof Schuon, scrive che "Schuon
riafferma, oltre al suo approccio universalistico, l’importanza della via di conoscenza,
della vera gnosi, ‘tramite tra i diversi linguaggi religiosi’, e ricorda che l’intellezione
diretta è in realtà una ‘reminiscenza’, e non un’acquisizione, poiché ‘l’Intelletto
coincide, nella sua intima natura, con l’essere medesimo delle cose’.
La gnosi è ‘il linguaggio del Sé’, giacché ‘interiormente ogni religione è la dottrina del
Sé unico e della sua manifestazione terrena, e la via dell’abolizione del falso sé, o la
via della reintegrazione misteriosa della nostra personalità nel Prototipo celeste;
esteriormente le religioni sono mitologie, o più esattamente simbolismi disposti in
vista dei differenti ricettacoli umani e manifestanti attraverso le loro limitazioni non
una contraddizione in divinis, ma al contrario una misericordia’.
Nell’ultima parte, dedicata al Cristianesimo, Schuon riprende le questioni che trattano
dell’esoterismo cristiano e dei ‘misteri cristici e verginali’.
È sorprendente in quest’opera […] la capacità di Schuon di penetrare […]
nell’espressione spirituale d’una tradizione per restituirne la natura intima".