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Le donne e i cavalier'

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Categorie: Gli introvabili


Federico De Roberto

(Napoli 1861 - Catania 1927), dopo una formazione scientifica interrotta prima di giungere alla laurea, iniziò giovanissimo un'intensa produzione giornalistica che lo porterà a collaborare con i maggiori quotidiani e periodici italiani dell'epoca. Ad essa affiancò ben presto l'attività di novellista (La Sorte, 1887; Documenti umani, 1889; Processi verbali, 1890) e romanziere (Ermanno Raeli, 1889), che proseguirà a ritmi serrati fino alla fine del secolo, trovando il proprio culmine nei grandiosi affreschi della società siciliana postunitaria che costituiscono il ciclo degli Uzeda: L'Illusione (1891), I Viceré (1894), L'Imperio (postumo, 1929). Deluso dalla scarsa accoglienza riservata alle sue opere più ambiziose, De Roberto tenterà sempre nuove strade, dalla "rivisitazione" del romanzo d'appendice (Spasimo, 1897) all'analisi di stampo quasi positivistico della psicologia dell'amore attraverso saggi e racconti (L'Amore, 1895; Gli Amori, 1898; Come si ama, 1900), fino ai tentativi d'imporsi, con scarsa fortuna, come autore teatrale (Il Rosario, 1899; La strada maestra, 1913; La Tormenta, 1918), pur senza interrompere la sua attività di giornalista e critico letterario aggiornato e attento (Leopardi, 1898; L'Arte, 1901). Sempre più isolato dalla società letteraria che aveva frequentato nei suoi "anni ruggenti", tormentato da una serie di disturbi gastrici e nervosi - sintomi, secondo il medico svizzero Paul Dubois, di «uno dei più rari ed espressivi casi dell'isterismo mascolino» - De Roberto trascorrerà gli ultimi anni della sua esistenza a Catania, ritrovando l'antica vena di narratore in una serie di novelle dedicate all'orrore e all' insensatezza della guerra.

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9788876923753
NARRATIVA
Biblioteca
Poesia

L'amore, i suoi meccanismi psicologici, la sua casistica, sono al centro di una ricca produzione che De Roberto coltivò negli anni centrali della sua carriera letteraria. Dopo aver dedicato all' analisi "oggettiva" della psicologia erotica diversi dei suoi testi narrativi (le novelle dell'Albero della Scienza e della Morte dell'Amore, ma anche, in fondo, il romanzo L'Illusione), De Roberto tentò di dare una sistemazione teorica alle sue intuizioni di «psicologo dilettante» nel ponderoso trattato L'Amore. Fisiologia. Psicologia. Morale, per dedicarsi infine alla ricostruzione, erudita e puntuale, delle vicende amorose di illustri personaggi del passato. Mentre l'amore non propone che casi-limite, che sfidano tutte le idées reçues in fatto di psicologia e di morale, l'invenzione narrativa è vincolata, pena la perdita di credibilità, ai criteri del "tipico" e del "verosimile"; non resta quindi allo scrittore che indagare vicende realmente accadute, per cercare «d'intenderne il significato e di cavarne la moralità»: «Ho quindi pensato - scrive De Roberto nella lettera all'amico Capuana posta a prefazione di Come si ama - che, se voglio esser creduto, debbo lasciar l'arte da parte e far opera [... ] che sia puramente e semplicemente storica». Ideale completamento di una trilogia iniziata nel 1898 con Una pagina della Storia dell'Amore e proseguita con Come si ama, Le donne, i cavalier' raccoglie otto di queste inconsuete "biografie sentimentali", dedicate a personaggi della storia politica e letteraria di Francia, da Bernardin de Saint-Pierre a Victor Hugo, da Luigi XIV al terribile e odiato «genio del male», il marchese de Sade.

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