Con questo volume la Biblioteca Ermetica propone insieme due testi alchemici di notevole valore. Il primo, La pietra filosofale di Lambsprinck, abbastanza noto, il secondo quasi sconosciuto e tradotto per la prima volta in italiano. Il pilota dell'onda viva è in un testo del 1678, scritto da Mathurin Eyquem du Martineau. Nè il Thorndike, nè il Ferguson accennano minimamente a questo autore. L'unica menzione è quella di Duven nella Bibliotheca Alchemica et Chemica. Più nota la storia de La pietra filosofale che vede la luce per la prima volta, senza le tavole, in Triga chemica a cura di Nicolas Barnaud, che l'aveva tradotta dal tedesco in latino. La traduzione di Barnaud accompagnata dalle tavole fu ripubblicata a Francoforte nel 1625 con due edizioni, una in tedesco, l'altra tradotta da Barnaud. Altre edizioni si succedettero. La presente edizione italiana è condotta sulla traduzione in francese di Bernard Roger del testo latino di Barnaud riprodotto nel Musaeum Hermeticum del 1677. Le poche supposizioni biografiche sono riportate all'inizio del saggio Di un gioco e della meraviglia:un invito, che accompagna a mò di prefazione questo libro. Le tavole de La pietra filosofale hanno una pregnanza auratica con l'iconografia del tempo. In alcuni casi, come nella settima tavola, ci troviamo quasi di fronte ad una copia conforme di una tavola dell'Atalanta fugiens di Maier, opera quasi sicuramente di Merian. Secondo Van Lennep, sarebbero da attribuire con quasi certezza a quest'ultimo. E comunque sono evidentemente incisioni che escono dalla scuola dello stampatore-incisore de Bry. La pietra filosofale, evidente breviario alchemico, si snoda lungo due dei percorsi preferiti dagli alchimisti dell'epoca: la versificazione e l'incisione. Ne sorte un apparato ricreativo, una Biblia pauperum, una sorta di gioco oracolare o gioco comunque da accompagnare allo stesso ludus puerorum dell'alchimista. E' quanto chi scrive propone nel suo saggio prefattivo. De Martineau usa anche egli una triade cara agli alchimisti: una cosmogonia-mito, pimentata dalla volontà d'apodissi epistemologica, il viaggio, che è il puro invito operativo verso l'orizzonte della meraviglia e il raggiungimento dell'orizzonte del sacro con l'arrivo. Pieno d'esotismi, facilmente decifrabili per l'espero nella loro connotazione alchemica, Il Pilota dell'onda viva si fa godere come scrigno d'avventure, come storia retrò del diario di viaggio. La fantasia e lo stupore, se non impermalositi dal già visto, ne traggono un sereno piacere.