Offrendo ai lettori della Biblioteca Ermetica l’opera di Limojon de Sainct Disdier Il Trionfo Ermetico, li si invita a ricostruire ancora una volta e con più ricco materiale il serico ineffabile ordito di ogni grande metafora alchemica, qui appunto “trionfante”. Non a caso Canseliet ricorda di quanto fosse debitore a questo testo Fulcanelli, uno, tra i moderni, dei maggiori descrittori “per simboli”. Se ci si abbandona al piacere attento della lettura del Trionfo Ermetico si dirozzerà come per incanto la sciatta visione materialistica del simbolismo analogico. Questo perché Limojon offre, come lui stesso ricorda, un testo per “addetti ai lavori”. Questo tipo di opere afferma – non è per coloro che non hanno ancora alcuna infarinatura della Filosofia segreta; i più acuti osservatori noteranno a ragione che si è preferito passar sopra a molte cose che avrebbero forse meritato una spiegazione. Il Trionfo Ermetico non spiega ma dichiara simboli, li offre e li organizza nel sapiente momento del dialogo.
L’opera è composta di tre parti: un primo dialogo tra l’Oro e la Pietra, che Limojon tradusse dal tedesco in francese emendando una già esistente traduzione; un secondo dialogo che, protagonisti Pirofilo ed Eudossio, esplicita, ma sempre trasportando in altra chiave simbolica, il primo; una Lettera ai veri discepoli di Hermes che spiega le Sei chiavi della filosofia spagirica. Collegato con saldi fili alla concezione tradizionale dell’alchimia, il Trionfo rimane per forma, eleganza di tasselli simbolici, per giustapposizioni scaltre ed ingenue, per “distrazioni” di conoscenza subito dopo rinserrate nella negazione, secondo l’usuale formula dello scritto alchemico, un barocco gioiello dell’ermetismo; una lettura da convivere anche captandone soltanto le pur folgoranti intuizioni simboliche. Questo testo è ora presentato nella Biblioteca Ermetica, nella nuova, giustamente rispettosa, traduzione di Maurizio Barracano, che lo introduce accompagnandolo, inoltre, dei riferimenti storici necessari.