Culti, templi e divinità egizie nella Roma imperiale.
L'opera viene a colmare una lacuna avvertita sia
dagli studiosi, sia dagli appassionati di storia e di archeologia.
Si propone infatti di documentare in maniera organica
e compiuta gli influssi e gli scambi culturali, religiosi e
artistici intervenuti tra il mondo romano e quello egiziano
dopo la conquista dell'Egitto da parte di Roma.
Il libro esamina e illustra i rapporti tra l'Egitto e Roma
evidenziando quanto la cultura alessandrina abbia
permeato il mondo romano. Argomento principale è "Iside panthea".
Nel volume vengono trattate le divinità egizie il cui
culto è attestato a Roma, con un cenno agli edifici isiaci
esistenti nelle varie "Regiones" e ad altri documenti e
monumenti che testimoniano la popolarità della dea.
In particolare, si sofferma sull'Iseo campense, il più
famoso dei luoghi urbani di culto, dal quale proviene
la maggior parte dei reperti egizi rinvenuti a Roma, e,
inoltre, sull'Aula Isiaca e sulla Mensa Isiaca (o Tavola Bembina).
Viene trattato anche il culto della dea Fortuna del
santuario di Palestrina, che rappresenta uno degli esempi
più significativi dell'assimilazione tra una divinità locale
e Iside (Iside-Tyché), non tralasciando le altre testimonianze
egizie rinvenute sul suolo prenestino.
Si passa poi ad analizzare le metamorfosi che la figura
di Iside ha subito attraverso i secoli, soffermandosi sul
rifiorire dell'interesse per la cultura egizia e quindi
dell'immagine della dea nel Rinascimento, per il tramite
della tradizione ermetica.
Chiude il volume un'Appendice del Prof. Boris de Rachewiltz
sulla religione egiziana e i suoi misteri.
Il volume è illustrato da numerose fotografie e grafici,
che ne documentano in maniera ottimale il contenuto.