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Ascensioni umane

€ 14,45€ 13,75

Categorie: Parapsicologia, Edizioni Mediterranee


Pietro Ubaldi

(1886-1972) fu profondo studioso di scienze psichiche e spirituali, possedendo in sommo grado una preziosa facoltà medianico-intuitiva che gli permise di realizzare la sua grandiosa Opera di portata universale. Molto noto in Italia negli anni Trenta e Quaranta, Ubaldi può a buon diritto essere considerato tra i più alti e ispirati esponenti di quel genio italico che purtroppo solo in terra straniera trova il giusto riconoscimento dei propri meriti e del proprio valore. Infatti, in Brasile - dove egli si trasferì e concluse la sua esistenza terrena - nel 1966 la sua Opera fu simbolicamente consegnata alle autorità governative e culturali: oggi in quel Paese costituisce un importante fondamento di conoscenza scientifica e spirituale.

240
17x24
9788827209578
CRESCITA INTERIORE
Esoterismo, Medianità, Parapsicologia

In questo volume, complementare al precedente «Problemi dell'Avvenire», l'Autore approfondisce alcuni presupposti essenziali per una corretta

In questo volume, complementare al precedente «Problemi dell'Avvenire», l'Autore approfondisce alcuni presupposti essenziali per una corretta evoluzione della coscienza umana. Tra i temi trattati in maniera particolare ve ne sono alcuni di grande attualità: unità politica e religiosa, concetto sociale del potere, capitalismo e comunismo, medicina e salute, sessualità, e numerosi altri. Attraverso le più ampie e varie argomentazioni — che vanno dal sociale al mistico —, Pietro Ubaldi spiega, nella sostanza, come sia pressoché inevitabile per gli esseri umani evolversi e trasformarsi attraverso una rinuncia volontaria e cosciente alla propria individualità. Tale rinuncia, che è trascendimento, non annulla o svilisce l'essere umano, bensì lo sublima per renderlo partecipe della umanità tutta, quella che dovrà essere la Nuova Umanità. «Nel nostro tempo», egli scrive, «assistiamo ad un crollo di barriere in ogni campo perché l'istinto espansionista, sempre fondamentale e attivo nella vita, ci butta oggi come non mai uno nelle braccia dell'altro». E conclude: «Ad un certo grado di evoluzione l'io si spersonalizza e si fonde nell'umanità. È una immensa dilatazione di sé in tutti; sembra di perdersi, si conquista invece una più grande vita: essa è data dall'io impersonale che non può più perire. Non si concepisce più l'io aggressivo che combatte per vincere e schiacciare, perché gli altri sono diventati lui stesso. Non si concepisce invece se non l'io che ama, lotta e soffre per aiutare gli altri, perché egli è diventato essi stessi. Allora l'io separato muore, scompare, e si sente come proprio il dolore, la responsabilità, il travaglio di ascesa del mondo. È inutile ribellarsi a questa legge di vita che ad un dato momento del nostro cammino ci prende, come i giovani sono presi dall'amore. È la vita che vuole così».

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