Quest'opera di Hartmann vuole fornire un valido criterio di orientamento generale nell'ambito della letteratura di argomento magico. Malgrado i saggi e ripetuti avvertimenti degli autori più celebrati di opere di magia, accade non di rado che ci si accosti ad esse attratti maggiormente dalle formule di potenza che dagli insegnamenti di sapienza che vi sono impartiti. Si tratta di un tipo di approccio errato e rischioso perchè la magia è anzitutto altissima sapienza, ovvero, come chiaramente enunciato nel sottotitolo dell'opera "la scienza della vita finita e infinita".
Malauguratamente, l'errore di anteporre la volontà di potenza al nobile impulso verso la verità si accompagna sempre al pericolo di rendersi schiavi dei fantasmi, delle larve e delle concrezioni oscure dell'io passionale. E' questo il punto cruciale che discrimina la magia bianca da quella nera, ed esso trova nel libro di Hartmann una delucidazione esemplare.
Le vaste e profonde cognizioni in materia magica, che l'autore possiede, vengono ordinate intorno al tema centrale dell'illuminazione interiore, dell'ascesa spirituale e del superamento dell'io empirico e passionale, presupposti irrinunciabili a che una qualsiasi magia possa dirsi veramente bianca. Si tratta dunque di un libro denso di indicazioni necessarie specialmente ora che anche i cultori di discipline spirituali sono esposti alla seduzione e alla tentazione, tipiche della nostra epoca, di poter scindere la potenza dalla Sapienza. Un simile errore che affianca alle stupefacenti conquiste della scienza e della tecnica la costante maledizione di un'incombente minaccia di morte nucleare ed ecologica del pianeta, può esercitare un analogo, malefico influsso nel dominio spirituale. Contro di esso il libro di Hartmann, al quale i frequenti riferimenti alle dottrine orientali conferiscono ampiezza universale di respiro, costituisce un sicuro antidoto.