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Alchimia

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Categorie: Edizioni Mediterranee, Alchimia
Collana: Edizioni Mediterranee - Esoterismo e AlchimiaEdizioni Mediterranee - Esoterismo e Alchimia

Helmut Gebelein

Classe 1940, ha studiato chimica presso la Johann Wolfgang Goethe Universität di Francoforte sul Meno, all'Institut de biologie physico-chimique dell'Università di Parigi e all'Istituto Max Planck di fisica e astrofisica. Nel 1969 ottiene il dottorato in chimica presso la Johann Wolfgang Goethe Universität e successivamente, come post dottorando, frequenta l'Università di Tel Aviv. Insegna chimica presso la Ernst Reuter Gesamtschule di Francoforte sul Meno e collabora con l'Institut für Wasser, Boden und Lifthygiene (Istituto di igiene ambientale) del Ministero federale della Salute. Dal 1972 è professore di didattica della chimica alla Justus Liebig Universität di Giessen. Si occupa tra l'altro di storia e filosofia della scienza.

2009
Piero Fenili
440
19x26
100 disegni - 9 tavole a col.
9788827220436

La magia della sostanza.
Questo libro è nato da anni di lavoro sull’alchimia e da diverse iniziative promosse dall’Università degli Studi Justus Liebig di Gießen sulla filosofia ermetica e sull’alchimia. Certamente gli studi sulla storia dell’alchimia non mancano, tuttavia l’approccio di Gebelein vuol essere diverso. È un approccio nuovo rispetto agli studi critico-storici sull’alchimia, che non tengono conto degli alchimisti del XX secolo, ignorati del resto anche dall’esoterismo che considera l’alchimia una questione di ordine spirituale o occulto. Il ponderoso lavoro dello studioso tedesco presenta l’alchimia come una scienza integrale e verte in particolar modo su questi punti:
1. L’alchimia non è morta: è sopravvissuta sotto diverse forme. Potrebbe anche darsi tra l’altro che la trasmutazione degli elementi a bassa energia sia addirittura dimostrabile.
2. La differenza fondamentale tra la chimica, come disciplina delle scienze naturali, e l’alchimia, consiste nella diversa concezione della natura. L’alchimista asseconda la natura e la porta a compimento; il chimico, invece, considera la natura una specie di “cava” il cui materiale grezzo è utilizzabile e sfruttabile a volontà. Questa differenza risulta particolarmente evidente in Paracelso, nella sua idea dell’alchimia e delle sue finalità.
3. L’alchimia era integrata nel mondo delle idee, nelle spiegazioni del mondo teoricamente garantite, e fino al XVIII secolo veniva accettata come scienza. Il suo declino è iniziato solo col XIX secolo, ma non è mai stata veramente dimenticata.

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