Serge Hutin fa rivivere in questo testo i mitici alchimisti del Medioevo che operavano nei bui laboratori, rischiarati dalla luce rossastra delle fiamme dell’atanor, attraverso le misteriose attività che essi perseguivano, nonostante fallimenti, inganni, minacce e traversie. Che cosa cercavano dunque con tanto appassionato ardore? Aspiravano unicamente a trovare le formule di uno straordinario arricchimento per mezzo della magia? La loro ricerca non comportava forse anche un aspetto spirituale, sacro, implicante una visione del mondo radicalmente opposta alle concezioni scientifiche dell’epoca? Come si diventava alchimista? In quale ambiente della società medievale venivano reclutati gli adepti? Quali erano esattamente i rapporti tra questi e la Chiesa, l’Università, i Grandi, la Corona? Tutte domande alle quali l’Autore risponde nelle pagine di quest’agile saggio improntate al rigore storico e al fervore, ma che nel contempo evocano molti profili di “artisti” oscuri insieme a quelli più celebri, come Nicolas Flamel e sua moglie Dame Pernelle.