Testo che narra il fecondo e cosmopolita milieu triestino tra le due guerre nel ritratto dei suoi protagonisti: Umberto Saba, Edoardo Weiss, Roberto Bazlen, Giorgio Fano, Giulio Camber Barni, Italo Svevo, Giani Stuparich e altri. L'Autore rievoca la Trieste degli anni Venti, all'avanguardia in Italia per avere accolto con favore la psicoanalisi freudiana, diffusasi in città grazie all'opera del triestino Edoardo Weiss, fondatore della Società psicoanalitica. Pone l'accento sugli stretti rapporti esistenti fra la psicoanalisi e i grandi scrittori di cultura e formazione ebraica, con alla testa Italo Svevo e Umberto Saba, e più in generale il peso determinante che gli intellettuali ebrei hanno avuto nello sviluppo letterario, artistico, economico e civile di Trieste. Una raccolta di articoli e conversazioni del decennio 1967-1977, nella quale, accanto ai celebri personaggi, viene sviscerata la questione del rapporto tra psicoanalisi e cultura letteraria e quella del ruolo dell'elemento ebraico. Libro, dall’intento “documentario”, è la vivace testimonianza di un'intensa esperienza personale dell’autore.
Indice libro
- Introduzione
- Premessa
- Gli anni della psicanalisi
- Considerazioni eretiche sulla scrittura di Italo Svevo
- Gli estri di Saba
- La dubbia soglia della vita
- Letteratura a Trieste
- Presenza e spirito ebraici nella letteratura triestina
- Figure della vecchia trieste
- Ricordo di Bobi, Roberto Bazlen
- Biografia di Guido Voghera
- Vangelo e Bibbia nell'esperienza di un ebreo non credente
- Indice dei nomi