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La Torre

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Categorie: Edizioni Mediterranee, Filosofia e Tradizionalismo, Ebook
Collana: Edizioni Mediterranee - Opere di Julius EvolaEdizioni Mediterranee - Opere di Julius Evola

Julius Evola

Julius Evola

Filosofo, pittore, poeta e scrittore, esoterista e esponente principale del Dadaismo italiano continua a leggere

2020
Marco Rossi
472
17x24
9788827230534
EVOLA
Opere di Julius Evola
tradizione, filosofia

Foglio di espressioni varie e Tradizione una - con un saggio introduttivo di Marco Rossi.
Il nuovo libro della collana Opere di Julius Evola è dedicato a La Torre, rivista
quindicinale fondata e diretta dal giovane pensatore che uscì per dieci fascicoli dal
febbraio al giugno 1930 quando fu costretta a chiudere per l’ostilità del regime.
Con tale testata il trentaduenne filosofo intendeva – per usare le sue parole – "scendere
in campo" portando sul piano della cultura e della politica la sua visione del mondo
tradizionale. Come scriveva il filosofo: “Volli vedere in che misura era possibile
esercitare una influenza sulle correnti culturali e anche politiche del tempo, in che
misura poteva venire raccolto l’appello ad una rivolta radicale contro il mondo moderno
proponendo dimensioni superiori al movimento fascista.”

Il proposito di “scendere in campo” è chiarissimo. Come spiega il curatore De Turris,
già Evola lo aveva scritto in due interventi sull’ultimo fascicolo di Krur, riuniti nel
volume sotto il titolo "Da Krur a La Torre". Tale intenzione è confermata da Emilio
Servadio, allora amico e collaboratore ventiseienne di Evola, nel suo ricordo "Come
nacque La Torre", anche questo presente nel libro.

Conclusa l’esperienza magico-esoterica del Gruppo di Ur (1927-1929), con gli stessi
collaboratori il filosofo decise di entrare nella vita intellettuale del tempo per lasciare
un segno con le sue posizioni spirituali a tutto campo.
Sulle pagine della rivista, il filosofo e i suoi amici, fra cui emergevano il giovanissimo
Emilio Servadio, l’alpinista Domenico Rudatis e il tradizionalista Guido De Giorgio,
affrontarono problemi di politica nazionale e internazionale, filosofia, scienza,
religione, antropologia, recensirono romanzi e film, pubblicarono liriche e prose
poetiche, polemizzarono senza peli sulla lingua con la stampa dell’epoca.
Nella prospettiva evoliana e dei suoi collaboratori la rivista doveva essere un baluardo
da cui lanciare invettive, ma anche il rifugio sicuro per coloro che fossero capaci di
essere uomini ‘di espressioni varie’, ma aderenti di una ‘Tradizione una’.

Effettivamente – come spiega il curatore dell’opera – i redattori del quindicinale hanno
scritto su argomenti di altissimo livello e la “cultura del Regime”, almeno quella media,
non riusciva ad afferrare il senso del “contenuto dottrinario e culturale” della rivista che
spaziava in molti ambiti culturali attingendo spunti anche all’estero.
La cultura del Regime si soffermava soltanto sulla polemica diretta e contingente che
la colpiva in modo esplicito, tralasciando molti altri argomenti meritevoli di
approfondimento. L’intento della redazione sembra quello di “sprovincializzare” la
cultura con un occhio fuori dai confini e un altro attento ai vari aspetti culturali
nazionali compresi letteratura e cinema.
I collaboratori del quindicinale si occuparono un po’ di tutto quel che a loro poteva
servire per proporre una visione alternativa delle cose alla luce della Tradizione:
di letteratura e critica letteraria, di poesia, di cinema, di cultura americana;
di politica interna ed internazionale; di filosofia, di antropologia e delle scienze.
Con tale intento furono pubblicati e commentati anche estratti di testi stranieri inediti
in italiano, da Bachofen, a Benda, a Tillich.

L'opera rappresenta un’iniziativa fondamentale per comprendere intenzioni e strategie
evoliane e del suo gruppo sui vari piani del sapere.
Una lettura che sorprende per il tono anticipatore e quasi profetico di certe analisi
politiche e sociali che l'edizione mette in evidenza con un apparato critico di circa 500
note esplicative, biografiche e bibliografiche con cui si contestualizzano i testi, oltre
che con vari saggi storici a introduzione della rivista e una appendice dedicati ai suoi
collaboratori.
Nel libro sono riprodotte le dieci prime pagine dei fascicoli pubblicati recuperate
dall’unica biblioteca italiana che possiede la collezione completa della rivista.

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