Pubblicato nel 1946 e ampliato nel 1970, il saggio sul fenomeno politico e
ideologico che furono fascismo e nazionalsocialismo, conserva a decenni di distanza
la sua originalità. Si tratta, come volle precisare l'Autore nella prima edizione, di «una
analisi critica dal punto di vista della Destra», priva di esaltazioni e idealizzazioni
nostalgiche, di uno studio che si pone più sul piano metapolitico che politico e che,
capitolo per capitolo, prende le mosse dai fatti contingenti quali si verificarono tra le
due guerre, per poi spostarsi e analizzarli sul piano dottrinario.
Una ricerca di tal genere risulta ancora oggi unica e originale, anche perché la
corrispondente discriminazione fra quel che nel fascismo e nel nazionalsocialismo
ebbe o poteva avere un significato positivo e ciò che in essi presentò un carattere
problematico, incerto e deviato, viene svolta su un piano oggettivo e impersonale.
Ne consegue che Destra in senso tradizionale e fascismo, per Evola, non si
identificano senz'altro.
La nuova edizione dell'opera è, rispetto alle precedenti, praticamente raddoppiata con
l'aggiunta di due appendici, una per sezione, che riuniscono diciassette articoli e saggi
pubblicati fra il 1930 e il 1973, con un triplice scopo: dimostrare principalmente che il
punto di vista di Julius Evola non nacque nel 1964 col senno di poi, ma assai prima
venendo già espresso, in modo esplicito e adatto al contesto storico, negli anni Trenta
e Quaranta; approfondire alcuni spunti trattati sommariamente nei diversi capitoli del
libro; allargare lo sguardo anche su altri «fascismi» (Guardia di Ferro, Falange, idea imperiale nipponica).