Il libro La Possessione attinge alle annate della Revue Spirite, fondata e diretta da Allan Kardec dal 1858 al 1868. Il volume tratta in particolare di quel genere di manifestazioni definite “ossessioni” e “possessioni”, di cui presenta numerosi casi. Per secoli gli uomini sono stati pressoché impotenti contro tali fenomeni, nonostante il ricorso ai più svariati rimedi: medici, magici e religiosi (esorcismi e preghiere). Oggi diagnosticare e risolvere la gran parte delle possessioni sarebbe facile, avendo a disposizione strumenti come la psicologia, la psicoanalisi e la scienza medica. Ma i contemporanei di Kardec non avevano le conoscenze che abbiamo oggi; pertanto, lo spiritista, con lo strumento della sua dottrina, volle portare chiarezza in questo campo. Una volta ammessi i presupposti fondamentali dello spiritismo, l’interpretazione delle possessioni ne discendeva come conseguenza logica e razionale; anche i rimedi lo erano, e – a giudicare dai resoconti pubblicati sulla Revue – avevano la loro efficacia. Si trattava, in sostanza, di agire a due livelli: da un lato sull’individuo “posseduto”, e dall’altro sull’ente “possessore”, cioè lo Spirito. Lo spiritismo costituì un complesso tentativo per giungere ad una visione unitaria della vita psichica e materiale dell’uomo, e contribuì a diffondere temi e prospettive che sarebbero poi stati di grande aiuto al consolidamento della psicologia moderna. Gli articoli scelti per il libro evidenziano, tra l’altro, la profondità e l’esattezza di alcune intuizioni psicologiche e terapeutiche.