“Giuda aveva otto anni quando, per la prima volta, alcuni ragazzi gli tirarono delle pietre. Uno di essi gli gridò: ‘Perché sei così brutto, Giuda, così cattivo? È colpa tua o dei tuoi genitori?’. Giuda si diede alla fuga, più per nascondere le lacrime che per evitare le pietre. Chi, dunque, l’aveva messo al mondo così e perché? Per quale oscuro disegno era necessario che fosse così brutto e già così violento, e soprattutto tanto sventurato?”.Chi è Giuda Iscariota? Uno Zelota, un uomo “pieno di zelo” per la casa di Dio, e che vorrebbe alla fine veder instaurare il Suo regno sulla Terra promessa? Un uomo che si sente tradito da Gesù nelle sue speranze politiche?Alla luce dei Vangeli, dei testi apocrifi e in particolare di un codice copto che si dice essere il Vangelo di Giuda, il filosofo e teologo Jean-Yves Leloup ripercorre l’appassionante itinerario di quest’uomo disperato, dai primi slanci della sua conversione fino agli eventi che lo condussero al suo misfatto.Gesù e Giuda non rappresentano forse le due facce di un’unica Rivelazione? Con il personaggio di Giuda si pone la questione del male, del “male in persona” e del perché della sua esistenza. Non è forse egli come un’“ombra” che dà maggiore risalto alla “luce del Bellissimo”?La domanda posta da Leloup non è, quindi, solamente: “Giuda, cosa hai fatto a Yeshoua?”, ma anche: “Yeshoua, cosa hai fatto a Giuda?”.Un uomo tradito è un romanzo storico ma anche uno scritto “ortodosso” che richiama la fede cristiana delle origini in questa “apocatastasi” in cui tutti saranno salvati, “perfino i dannati, perfino i demoni”. E ciò non costituisce il pretesto per un lassismo in cui tutto sarebbe permesso, ma un invito a una vita liberata dalla colpa e dalla paura, ove tutto non sarebbe che ordine e caos, dolcezza e violenza, delizie e amarezze.