Libro L'UOMO DI LUCE NEL SUFISMO IRANIANO, Henry Corbin
Orientalista tra i più autorevoli, Henry Corbin nel libro L'Uomo di Luce nel Sufismo Iraniano sviluppa il tema di una "fisiologia dell'uomo" di luce, con lo studio dei suoi "organi di luce". Dalla presenza umana nello spazio – e di conseguenza nel tempo – deriva la necessità di un “orientamento” in tale dimensione spazio-temporale. Proprio la “ricerca dell’oriente” è uno dei temi principali del sufismo iraniano: ma si tratta di un Oriente mistico e spirituale, non geografico.
Questo Oriente sovrasensibile, luogo dell’Origine e del Ritorno, oggetto della Ricerca eterna, è al polo celeste, un polo così estremo da essere la soglia della dimensione “aldilà”. L’Oriente cercato dal mistico è in direzione del nord, al di là del nord, e soltanto un cammino ascensionale può avvicinare a questo nord cosmico scelto come punto d’orientamento. La dimensione polare come dimensione trascendente dell’individualità terrestre implica l’esistenza di una figura-controparte, di un celeste “alter ego” che consente il raggiungimento del polo ponendosi come “guida sovrasensibile” del ricercatore.
Lo scopo di questo libro è precisare meglio cosa sia tale orientamento e dove esso conduca, rivelando altresì l’intero segreto della guida invisibile, del compagno celeste del mistico itinerante, figura di luce, immagine e specchio in cui si arriva a contemplare la teofania nella forma corrispondente al suo essere. L’Autore tenta di fissare l’identità di questa figura sotto i diversi nomi che vengono dati alle sue apparizioni, poiché questa guida di luce è quella che riconduce alla Terra di luce.