Dopo quasi cinquant'anni dalla prima pubblicazione, quest'opera di Titus Burckhardt è diventata un classico la cui fama si è estesa sia nelle due versioni originali – tedesca e francese – che nelle altre lingue europee in cui è stato tradotto (tra cui l'inglese) e in molte lingue orientali (tra cui il persiano). Si può dire, senza esagerare, che si tratta dello studio più importante mai realizzato in un unico volume sul tema dell'arte sacra d'Oriente e d'Occidente trattato secondo la prospettiva tradizionale. Burckhardt, comunque, è stato il primo a presentare in una sola opera il cuore stesso e l'essenza delle grandi forme tradizionali di arte sacra, sia dell'Oriente che dell'Occidente. Nel suo studio non ha solo apportato una finissima sensibilità artistica, una vasta esperienza di diverse forme d'arte e una conoscenza estesa degli autori che hanno scritto sull'arte in numerose lingue, ma, ancor più, una comprensione metafisica della natura del reale e un'intelligenza fuori del comune, sia metafisica che visiva. La sapienza tradizionale che traspare in Principi e metodi dell'arte sacra, come del resto in tutta l'opera di Burckhardt, ha sicuramente un rapporto con gli insegnamenti riguardanti la tradizione che compaiono nelle opere di Guénon, Coomaraswamy e più in particolare di Schuon, con cui Burckhardt aveva stretti legami. Il messaggio di Principi e metodi dell'arte sacra è atemporale, e ciò spiega come mai l'opera non ha perduto nulla della freschezza e dell'attualità che la caratterizzavano nel momento in cui è stata scritta; non si tratta di un manuale di storia dell'arte, che potrebbe diventare superato in seguito a nuove scoperte e ricerche storiche, bensì di un'esposizione metafisica riguardante il senso delle forme di un'arte che, poiché è sacra, ha radice nell'eterno, visto che il Sacro non è altro che la manifestazione dell'Eterno nel temporaneo. Come ogni opera autenticamente tradizionale, quella di Titus Burckhardt, frutto di una visione fissata sull'Immutabile e sull'Eterno, non avvizzisce con il passare degli anni e rimane uno degli elementi più preziosi dell'eredità intellettuale di un autore che è stato tra i più eminenti interpreti delle dottrine tradizionali durante questo secolo e che, con Coomaraswamy, può essere considerato la più alta autorità in materia di arte tradizionale e sacra. Chiunque s'interessi al mondo dello Spirito e alle sue manifestazioni nelle forme dell'arte sacra può solo essere riconoscente a Titus Burckhardt per aver consegnato in quest'opera maggiore il risultato di quel che fu al centro delle sue preoccupazioni intellettuali e artistiche.