Introduzione di Paola Giovetti. Prefazione di Don Adriano Angelo Gennai.
Nel 1978 Gemma Cometti perdeva il figlio Davide, di 16 anni, il quale lasciava la sua giovane vita in una immersione subacquea nel mare di Taranto, insieme al suo amico Roberto. Dopo l'iniziale disperazione, la madre reagì al dolore conducendo una personale ricerca che potesse restituirle il contatto con quel figlio così prematuramente e drammaticamente perduto. Iniziò così il suo lungo e faticoso viaggio nell'invisibile che la portò a ritrovare Davide, dapprima attraverso la psicofonia, e in seguito attraverso la telescrittura. Stabilito questo ponte d'amore con il figlio lontano ma mai definitivamente perduto, il dialogo con lui è divenuto man mano più fluido e continuo, quasi ininterrotto. Esso è servito a dare un conforto e una spiegazione logica anche al papa di Davide, alla sorella Barbara e al fratello Marcello. Ma al di là della cerchia familiare, dei parenti e degli amici, Davide con il tempo è divenuto tramite e messaggero di decine di entità, in particolare giovani, desiderose di comunicare il proprio messaggio di amore e di speranza ai propri cari rimasti sulla Terra. «Noi siamo più vivi che mai!», essi dicono; «Noi siamo indicibilmente felici!». Con grande disponibilità, Gemma Cornetti si presta ormai da anni a questi contatti. Ella ritiene di dovere ora trasferire negli altri quello che ha appreso, cercando di trasmettere soprattutto la sua s'erenità e tutto il bene ricevuto dal cielo, trasformando questi messaggi in altrettanti semi, capaci di dare, germogliando, i loro frutti. È suo desiderio che questo libro non rappresenti soltanto una proposta o promessa di un contatto con l'Aldilà, ma un giusto e rigoroso mezzo di conoscenza, una esposizione di fatti e testimonianze sulla realtà della sopravvivenza da far conoscere a tutti. La prima parte di questa vicenda è esposta nel primo libro di Gemma Cornetti, I nostri figli (Hermes Edizioni)