Se le grandi correnti della mistica ebraica, pubblicate da M.G. Scholem nel 1941, hanno chiarito l'argomento della cabala, la sua diffusione nel dominio umanistico richiede ancora degli studi pazienti. In mancanza di una sintesi, Secret, che ha iniziato da numerosi anni lo studio di questa corrente di idee complesse, ne propone un panorama a partire dal Quattrocento, secolo in cui Pico della Mirandola ne sviluppò la conoscenza, fino all'epoca nella quale Padre Mersenne cercò di stroncarla. È tutto un mondo di personaggi spesso considerevoli, dimenticati dal grande pubblico colto, che appare: dai Pico della Mirandola, ai Reuchlin, cattolici e protestanti, eruditi o divulgatori e ciarlatani. È un cardinale, Egidio di Viterbo, generale dell'ordine degli Agostiniani al tempo di Lutero, che dedica a Clemente VII la sua "Scechina", o la Presenza di Dio in terra, e rivela i misteri della cabala a Carlo V, un ambasciatore del quale, Gérard Veltwyck, ne discute la fondatezza. È un francescano dell'Angoulême, Jean Thénaud, che espone la cabala a Francesco I, uno dei cui primi lettori, Guillaume Postel, tradurrà Il libro della creazione e lo Zohar. Blaise de Vigenère, emulo di Amyot, ne trarrà una piccola antologia sul tema della preghiera. Un poeta, Guy le Fèvre de la Boderie, ne riceverà ispirazione. Un santo, Laurent de Brindes, ne nutrirà le sue meditazioni.
Nel corso di quest'opera, illustrata da documenti tratti da manoscritti e da testi particolarmente rari, i grandi temi che affascinarono quelli che una espressione consacrata chiama i "cabbalisti cristiani" sono sviluppati così come la loro incidenza in un secolo particolarmente complesso.Questo testo che riunisce una massa considerevole di documenti, interesserà tanto l'uomo comune, per il quale è stato concepito, che gli specialisti: storici delle idee, delle religioni, della letteratura e dell'arte.